Secondo uno studio condotto da Orb Media, un’organizzazione non profit di Washington che ha condiviso con il Guardian i suoi risultati, nell’acqua corrente di tutto il mondo sono state rinvenute fibre di plastica.
L’83% dei campioni analizzati ( 159 campioni d’acqua potabile prelevate da città di tutti i continenti ) sono risultati contaminati. Il primato della contaminazione spetta agli Stati Uniti, con fibre di plastica che sgorgano dal 94% dei rubinetti ; l’Europa registra i paesi con la percentuale minore, ma comunque non indifferente, registrate : Regno Unito, in Germania e in Francia, con un tasso pari al 72% dei casi.
Il numero medio di fibre rinvenute ogni 500 ml di acqua oscilla tra il 4,8% degli Usa all’1,9% dell’Europa.
Indipendentemente dalle riflessioni circa il controllo dell’acqua, sul fatto che l’acqua è e debba essere sempre un bene garantito per tutti, e garantita la sua potabilità e qualità, che rimanga quindi un bene pubblico essendo evidente che una sua privatizzazione alle leggi del guadagno, ne potrebbe mettere a rischio la trasparenza, indipendentemente dalle riflessioni riguardo l’acqua, il fatto oramai evidente a tutti da troppo tempo, è che uno dei più grossi problemi del mondo sia la plastica.
La plastica, quindi i rifiuti.
I rifiuti, per chi italiano come me, che sono negli ultimi anni, un pericoloso sistema di guadagno, a causa del quale, e a causa dalla stupidità e troppa avidità delle persone coinvolte, parecchie troppe terre son state inquinate, e troppe innocenti persone tradite.
Ancora mi stupisco l’altro giorno di vedere in giro, per terra, su una spiaggia, in un bel angolo naturale, insomma dove non dovrei proprio vederlo, un rifiuto qualsiasi ; qualcuno ancora getta le lattine, i sacchetti del McDonald’s per terra, le sigarette. Indipendentemente dal fatto che poi qualcuno al suo posto lo vada prima o poi a raccogliere, ancora alla fine quasi del 2017 c’è qualcuno che fa queste cose.
E i mari pieni di plastica. Qualche iniziativa, perché è una questione che deve finalmente essere affrontata, non solo dai bravi cittadini col senso dell’ecologia, o da qualche organizzazione no profit come Greenpeace, qualche passo avanti viene fatto. Ad esempio, per me, le leggi sui sacchetti nei supermercati sono state buone per questa direzione pur nella loro piccolezza, anche il fatto di farli pagare, obbliga chi non abbia soldi da buttare, da riciclare le sue buste della spesa.
Certo, i cittadini vanno educati seriamente all’Ambiente, ma anche i grossi soggetti della società come lo stato, in questa poi più che mai consumistica di società, gestita dalle grandi multinazionali, dovrebbero essere le multinazionali stesse le prime ad occuparsi della questione. Alcuni grandi marchi, così importanti per la loro presenza giornaliera delle abitudini delle persone, dovrebbero partecipare al loro smaltimento, recupero, finanziandone le pratiche, pensando seriamente per prima a come ridurre la quantità di plastica emessa per i propri prodotti.
Le Multinazionali dovrebbero addirittura, magari spinte da un profondo senso civico occuparsi nelle pubblicità e nel marketing stesso, per cui spendono miliardi, di inserire l’educazione ambientale ; dovrebbero essere le prime, se attirano dei consumatori di questo genere, che finiti i loro prodotti, ne gettino poi i resti in terra, e non in un apposito cestino, ad essere multate.
Faccio un altro esempio : da qualche mese ho un gatto che vive con me, al quale do da mangiare, tolte quelle volte che do lui da mangiare le stesse cose che cucino per me, quando anche da lui possibili da mangiare, al mio gatto do per 3 volte al giorno una sorta di gelatina con pezzi dentro di varie cose : tonno, salmone, pollo, manzo. Ognuna delle porzioni del gatto, di una notissima marca di cibo per gatti, forse quella che vende di più nel mondo perché spende di più per la pubblicità del cibo per i nostri teneri animaletti, è contenuta in un involucro di plastica, non fine in quanto deve essere atta a ben conservare la gelatina in essa contenuta. Ora, mi auguro che il mio gatto viva il più possibile, diciamo dieci anni ; mangiando tre volte al giorno, quanti rifiuti genera solo il mio gatto ? E quanti gatti ci sono nel mondo ? E stiamo parlando solo di un cibo per gatti…
Bisogna studiare nuovi modi riciclare gli involucri, i contenitori della maggior parte dei prodotti ; studiare nuove materie per farli ; diventare tutti responsabili, consumatori e produttori, riguardo alla questione ambientale.
O altrimenti, mettersi l’animo in pace, che a furia di bere plastica ogni sorso di acqua che beviamo, prima o poi, il rifiuto diventeremo noi.