Con cadenza periodica, oramai, arrivano drammatiche notizie per quanto riguarda l’ambiente e l’avvenire stesso della terra; ma nessuno sembra curarsene. Se solo la metà degli studi effettuati si verificasse, per il nostro pianeta si produrranno eventi e situazioni mai viste.
L’ultimo studio di settore, effettuato da una squadra di ricercatori della University East Anglia nel Regno Unito e della Southern University of Science and Technology in Cina, ha dato per risultati previsioni catastrofiche: se gli sforzi per frenare il riscaldamento globale non riusciranno a raggiungere gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi, ovvero al di sotto del’1,5° C, circa un quarto del globo potrebbe essere lasciato in una siccità permanente.
Chissà se queste dichiarazioni arriveranno all’orecchio Di Trump, che dall’accordo di Parigi si è tirato fuori.
Lo studio pubblicato su Nature Climate Change è stato fatto compilando le previsioni di 27 modelli climatici globali per determinare quali regioni del pianeta Terra hanno maggiori probabilità di subire un’aridificazione significativa entro la fine del secolo, e ha principalmente rilevato che si dovesse raggiungere un aumento di 2°C delle temperature globali – cioè superando il tetto dell’accordo di Parigi – dal 20 al 30% delle terre emerse rischierebbe uno stato di aridità permanente.
Le aree del mondo che trarrebbero maggiore beneficio mantenendo la temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi sarebbero le zone del Sud-Est asiatico, dell’Europa meridionale, dell’Africa meridionale, dell’America Centrale e dell’Australia meridionale. Aree dove attualmente vive più del 20% della popolazione mondiale.
Ora, dalla superficialità con la quale vengono sempre accolte queste informazioni, ci si aspetta ben poco dai cosiddetti potenti della Terra; che almeno i piccoli cittadini comincino a ragionare seriamente al riguardo, favorendo alcune politiche ambientali rispetto ad altre, e improntando la propria vita ad una coscienza ambientale, che anno dopo anno dovrebbe divenire l’unica religione per i popoli. A meno che non si sogni, un giorno, di ricreare, non si sa come nemmeno quando, intere città mostro, impossibili da riprodurre su larga scala per l’imponente impatto ambientale, come la tanto reclamizzata città di Dubai, a mio avviso uno degli esempi più lampanti della stupidità (ancor più perché mascherata da progresso) e mancanza di contatto con la realtà del genere umano moderno.