Ha ufficialmente aperto Palazzo Merulana: l’edificio in stile umbertino al civico 121 dell’omonima via, nel cuore del quartiere Esquilino, ospiterà una collezione privata e un importate centro per lo sviluppo e la diffusione di cultura e giovani talenti. Il palazzo, che era in stato fatiscente è stato interamente restaurato nell’arco di un anno e mezzo (era il vecchio ufficio di igiene del quartiere, prima del crollo), ed ora diventerà un’importante museo e centro culturale comunale per la città di Roma. Il museo ospita la collezione privata donata dalla fondazione Cerasi, composta da 90 opere di Scuola Romana e Novecento italiano, ed è esposta al secondo e terzo piano dell’edificio.
La collezione Cerasi è principalmente costituita da capolavori che iniziano tutti con l’amore per Roma, così da ridare dignità all’arte italiana del periodo compreso tra le due guerre, che pure ha offerto capolavori e artisti di innegabile valore, e che è sempre rimasta, almeno fino ad oggi, inspiegabilmente trascurata. Sono presenti infatti De Chirico, Sironi, Mafai, Capogrossi, Casorati, Campigli, Pirandello, Trombadori e tanti altri esponenti del futurismo (tra cui Depero e Balla) e del realismo magico. Oltre 50 associazioni di quartiere hanno compartecipato alla realizzazione del progetto “di forte connotazione sociale, per creare un luogo dove il mondo della creatività romana troverà casa, con l’organizzazione di rassegne, presentazioni ed eventi”, così ricorda Letizia Casuccio, direttore generale della CoopCulture. Non solo un museo, dunque, ma uno spazio vivo e in movimento.
Al piano terra del palazzo, è presente una terrazza con café letterario che offrirà prodotti tipici del Lazio, con una vera e propria libreria è possibile trovare il libro che racconta il legame tra “Palazzo Merulana e la Collezione Cerasi”, e svariati testi, non solo d’arte ma anche di letteratura e poesia, come “Quer pasticciaccio brutto di via Merulana” con cui Carlo Emilio Gadda celebrò il rione, dove ha sede il museo.
Differenti poi saranno le rassegne temporanee caratterizzate dall’interdisciplinarità, di cui si ignora ancora il calendario, ma che certamente ospiteranno in autunno William Kentridge, artista sudafricano autore dei murales sul Lungotevere, e Jan Fabre, coreografo e regista teatrale belga.
In giugno un drappello di scrittori, tra cui qualche Premio Strega, parteciperanno a un evento, leggendo dei loro scritti ispirati alle opere della Collezione Cerasi.
La città di Roma non può che essere contenta quindi di questo esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato che porta dei risultati concreti, di recupero di un palazzo storico destinato all’abbandono, e la nascita di un polo culturale di questo livello.