Bemol 5

Lyon Lione Andrea Giramundo

Fare un poema
d’una musica di Neruda,
Violoncello e tromba
dopo Le lendemain,
in cui le note sono stonate
dalla magnifica melodia,
che era solo Ieri.

Striscia la corda e si lamenta,
fomenta l’orecchio l’acuto
del trombettista,
l’entrata in scena dell’ansia
del serpente a sonagli.

È lei, di fianco a lui
nuda sotto occhi indigeni,
nel suo vestito aderente,
le sue calze a rete.

Si guarda in giro
impaurita,
con un’unghia si accerazza le labbra,
sembra veramente prenderci gusto;
la musica e l’ambiente,
in realtà le piace solo piacere.

Una mano spezza la sonorità,
la mano di lei sulla gamba di lui.
In un sorriso di circostanza
per poi guardarsi intorno,
come cercando un’altra stanza.

Le sicure dita dell’artigiano
d’aristocratiche arti sperimentali.
La vena in testa ch’esplode sul palco,
è il pensiero di lei che l’attanaglia.

Lei che ha il bisogno d’attirare attenzione,
come una gatta in calore.

RIEN EN FACE.

Ippopotami blu in tutù rosa
che volteggiano sopra
un campo di viole.

Si posano gli strumenti:
Fine prima parte.

*Bemol 5 (Lyon) Maggio 2019