Con questo articolo non intendo assolutamente prendere una posizione al riguardo dei fatti in Venezuela. Voglio solo riportare alcuni fatti in maniera assolutamente neutra.
La più grande maggioranza dei media, sopratutto occidentali, vede nella dittatura di Maduro una grave minaccia alle libertà e democrazie nel mondo ; io, in Venezuela, al momento vedo solo che : è la prima riserva petrolifera del mondo certificata per una durata di 200 anni ; la quarta riserva al mondo di gas ; la prima al mondo di oro ; grandi giacimenti di diamanti e metalli preziosi come il Coltan ; ha enormi ricchezze naturali, come grandi quantità di acqua con la zona dell’Amazzonia ; è uno degli ultimi paesi a non avere la banca controllata da Rothschild, rimasti solo insieme a Siria (…), Russia e Korea del Nord.
È evidente quindi quanto questo paese possa fare gola al resto del mondo, particolarmente ai paesi democratici guidati dalle lobby.
Partendo da questo punto, andiamo a vedere chi sono i leader dell’opposizione al presidente Maduro : Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma.
I due leader dell’opposizione sono stati arrestati l’altro giorno. Mentre per molti media si tratterebbe di arresti arbitrari operati da un regime sempre più repressivo, in realtà si tratta di una decisione del Tribunale Supremo di Giustizia della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che ha così revocato gli arresti domiciliari ai quali erano già sottoposti, dopo aver accertato il non rispetto delle condizioni imposte per il loro mantenimento.
Antonio Ledezma : José Antonio Ledezma Diaz è nato a San Juan de los Morros, nello Stato di Guárico, il 1° gennaio 1955. Avvocato di professione, La sua carriera politica è iniziata nel partito Acción Democrática (AD), organizzazione partecipante al cosiddetto Patto di Punto Fijo, accordo bipartitico che ha governato il Venezuela nel quarantennio 1958-1998.
La Procura Generale del Venezuela ordinò il suo arresto per la partecipazione a un tentativo di golpe contro il presidente Maduro. L’allora presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, rivelò che Ledezma e Julio Borges (attuale presidente dell’Assemblea Nazionale controllata dall’opposizione), misero a punto un piano volto a generare caos nel paese. Piano che includeva il bombardamento di alcuni palazzi governativi e la sede dell’emittente teleSUR.
Nel 1992, da Governatore del Distretto Federale di Caracas, nominato dall’allora presidente Carlos Andres Perez, Ledezma caratterizzò la sua gestione per la repressione brutale delle proteste sociali, inarticolate contro studenti e giornalisti.
In seguito è stato accusato per le irregolarità compiute in qualità di sindaco del Municipio Libertador (1996-2000). Anche queste gestione si caratterizzò per una forte repressione condotta contro i venditori ambulanti, e i pensionati che reclamavano un’adeguata pensione di vecchiaia.
Nel 2000 viene sconfitto nella contesa elettorale da Freddy Bernal (candidato della Rivoluzione) per la riconferma alla carica di sindaco. Non riconosce i risultati.
Arriviamo quindi al 2002 quando Ledezma sostiene il colpo di Stato ordito contro il presidente Chavez e partecipa attivamente alla serrata del settore petrolifero diretta ad affamare il popolo per giungere al rovesciamento del Comandante Chavez.
Ancora golpismo nel 2004, quando lo troviamo a coordinare il cosiddetto ‘Plan Guarimba’. Viene accusato di aver incitato i militanti del suo partito Alianza al Bravo Pueblo ad appiccare le fiamme alla sede del partito Movimento V Republica a Caracas.
Di nuovo sindaco, questa volta dell’area metropolitana di Caracas, appena eletto licenzia 2.252 lavoratori e congela il salario dei pensionati.
Fino a giungere al 2014 quando partecipa attivamente al piano golpista ‘La Salida’, dove persero la vita 43 venezuelani innocenti e si produssero oltre 100 feriti. Viene segnalato tra i promotori del progettato assassinio di Leopoldo Lopez al fine di provocare una forte reazione per rovesciare il governo.
Leopoldo Lopez : attuale Coordinatore Nazionale dell’organizzazione d’opposizione «Voluntad Popular», si presenta come leader di un gruppo che promuove «un conciliante messaggio di pace, benessere e progresso, che s’impegna per la costruzione di un’alternativa per il paese dove i diritti sono per tutti i venezuelani».
Leopoldo Lopez è il rampollo di una potente e ricca famiglia venezuelana. Suo zio è stato ministro durante il mandato di Eleazar López Contreras, presidente che esiliò politici e persone comuni solo per il sospetto che avessero simpatie comuniste o anarchiche.
Suo padre è stato accusato di frode e riciclaggio di denaro, secondo un’investigazione dell’Interpol, per lo spostamento di decine di migliaia di dollari verso Singapore.
Sua madre è stata vicepresidente del gruppo Cisneros, uno dei principali finanziatori e sostenitori, attraverso la catena Venevision, del colpo di Stato nel 2002. Rimase coinvolta in uno scandalo per conflitto di interessi, quando emersero trasferimenti di fondi pubblici a favore di suo figlio, allorquando ricopriva un ruolo manageriale nella compagnia petrolifera statale PDVSA.
Leopoldo Lopez ha studiato presso la Kennedy School of Government, dell’Università di Harvard, sito che è di particolare interesse per la Central Intelligence Agency (CIA).
Mentre in precedenza ha studiato presso il Kenyon College, nello stato dell’Ohio, dove la CIA ha inserito alcuni suoi elementi tra gli insegnanti, il cui compito è quello di individuare tra gli studenti, quelli che possono essere utili alla propria causa.
Una volta fatto ritorno in Venezuela si è legato all’International Republican Institute (IRI) del Partito Repubblicano statunitense, che gli ha concesso tutto il suo supporto strategico e finanziario.
A questo proposito, dal 2002 ha condotto frequenti viaggi presso la sede dell’IRI a Washington per sostenere incontri con funzionari del governo di George W. Bush. L’11 aprile del 2002 si trovava in testa alla marcia dell’opposizione golpista diretta al Palacio de Miraflores, che provocò la morte di decine di persone, oltre al sequestro del presidente Hugo Chávez.
Una volta terminato il suo mandato come sindaco di Chacao, è stato interdetto dalla Corte dei Conti del Venezuela a causa della malversazione delle risorse pubbliche che erano a sua disposizione.
Lopez è stato uno dei padrini politici di Lorent Saleh, meglio conosciuto come simpatizzante neonazista venezuelano, che con l’aiuto dei militari colombiani ed esponenti dell’opposizione pianificava di realizzare atti terroristici in Venezuela con cecchini, bombe, e la creazione di un gruppo paramilitare.