Non è più il tempo dei rivoluzionari, almeno quelli storici : a Cuba viene eletto il nuovo presidente, l’attuale primo vicepresidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri, Miguel Diaz-Canel, il primo a non aver fatto la rivoluzione.
L’unico candidato alla successione è stato accolto con una standing ovation dai deputati del Parlamento unicamerale, e con un abbraccio da Raul Castro ; ma già dalle foto il passaggio di consegna risulta evidente anche come un passaggio dei tempi, Miguel Diaz-Canel appare sorridente vestito di una bella ed elegante camicia bianca, al fianco della classica tenuta militare dei Castro.
Raul, succeduto al fratello Fidel alla scomparsa di quest’ultimo, non si è ricandidato, ma rimarrà comunque presente in quanto sarà al vertice del Partito comunista fino al 2021. Da sempre a fianco di Fidel, Raul esce dalle quinte nel 2006, quando un problema di salute costrinse il fratello a cedere il potere a colui che da sempre aveva presentato come il suo successore, e che era con lui al suo fianco da sempre, come Ministro della Difesa dall’autunno del 1959.
Come Presidente Raul è riuscito ad smorzare alcuni punti di una dittatura che veramente cominciava ad essere fuori dal tempo, pur mantenendone sempre saldi i punti base di un modello che è stato unico nel mondo, e di sostanziale riuscita ed esempio per chi cerchi ancora oggi un’alternativa a quest’epoca di consumismo globalizzato ; Nel 2013 ha anche eliminato le severe restrizioni imposte ai viaggiatori da 50 anni e ha cominciato ad operare per un avvicinamento con gli Usa, che stava riuscendo molto bene, almeno fino ai problemi con la recente amministrazione Trump e i problemi relativi all’immigrazione cubana.
Il nuovo presidente quindi sarà un ingegnere di professione di 57 anni e non un rivoluzionario : Miguel Diaz-Canel, che era stato chiamato, proprio da Raul, all’Avana nel 2009 come ministro dell’Istruzione superiore, e eletto poi vicepresidente nel 2013, preferito ad altri giovani di successo, che però erano stati giudicati troppo attirati dal miele del potere. Un uomo integro quindi e che gode della simpatia di molti, il nuovo presidente, che ha scalato nel tempo e con successo l’intero partito comunista pur non rappresentandone oggi il leader, cosa anche questa insolita per Cuba, in quanto per la prima volta il presidente non sarà anche leader del partito che, secondo la costituzione, è “la forza dirigente superiore della società”.
Seppur innegabile l’effetto di vedere il presidente di Cuba, per la prima volta, in camicia bianca, e non nella solita tenuta militare cachi, non mi resta che augurargli buona fortuna, nella speranza che Cuba rimanga sempre Cuba, con tutti i pregi e difetti di una della realtà più belle e importanti storicamente del secolo passato. Un’isola che deve affrontare seriamente il problema della sua doppia moneta, sopratutto in un’ottica di ricerca di investimenti stranieri ; investimenti che sono attirati, già da qualche tempo, da una diminuzione della repressione e delle mancanze di libertà basilari, sperando però che non si perda mai l’essenza profonda del Paese e che per qualche dollaro non si venda mai l’Alma de Cuba !