Di quella follia
portava l’onta,
era più che una malattia
era un fiume senza sponda.
L’adorava davvero
le avrebbe donato tutto,
senza lei più un pensiero
la sensazione era quella del lutto.
Capiva l’amore per l’amata
grazie all’odio per i suoi tradimenti
bastava solamente un’occhiata
per fargli serrare i denti.
Quando il peggio oramai era fatto
l’indomani, come un gatto
si leccava le ferite
rimpiangendo ieri come lettere spedite.
E quando lucido tornava
nei singhiozzi s’annegava
vedeva il male che faceva:
Adamo che uccide Eva.
Ma qui non basta di Dio l’autorizzazione,
l’unica possibilità del suo amare
era guardarla, senza niente dire
girare i tacchi e sparire.
Alla fine sempre tornava
all’unica Lei che mai l’abbandonava:
di un Otello l’ amante, profonda eresia,
sarà, sempre e solo, la gelosia.
*Andrea Giramundo, Givry 2015
*Nota: L’autore fa riferimento alla sindrome mentale detta ‘gelosia di Otello’