ELOGIO FUNEBRE PALINDROMO DI UN PRETE SURREALISTA – Poesia

Ai lati d’Italia
ogni mare è ramingo,
questo tutti lo sanno.
Ma qualche notte l’anno
può essere anche assassino.

Quella sera, come ogni settimana
Anna e Natan
stavano andando al cinema.
Lei ha un’occupazione per alcuni indegna:
la figlia di Angela lava la legna;
Lui, dal profilo greco
e nipote di Arepo
il seminatore che tiene con maestria l’aratro,
è professore di latino.
Sono ambedue due belle persone,
che tutto il nostro piccolo paese stima
e che io ho avuto modo di conoscere molto bene.
Natan non mi ha mai nascosto le lezioni di vita dello zio:
come quando da piccolo, per dirgli d’insegnare al gatto
a non uccidere tutti i figli del ratto,
il nostro Arepo gli diceva sempre
che un giorno, altrimenti, questi si sarebbero estinti 
perché i topi non avevano nipoti.
Nonostante le discussioni tipiche di una coppia,
i brevi diverbi,
son riusciti da poco a comprare la loro tanto
attesa casetta
che certo non è come quei tanto sognati
attici di città,
ma per loro è tutto.

Quella sera, però, non sono mai arrivati al cinema
lungo la strada furono fatalmente distratti
-da un pannello pubblicitario
reclamante luminoso,
che reclamizzava la nuova opera di Rotas:
 “i treni inerti”esposta al museo Tenet,
nella sala del quadrato di Sator-.
Anche se erano solo le otto, era già molto buio
e in quattro e quattr’otto,
della macchina hanno perso il controllo,
e del cinema il film “A man, a plan, a canal: Panama”.
Nessun radar
nemmeno
i ligi vigili li troveranno mai.

A volte la vita,
come la poesia,
è corta e atroce:
entrambi  finiranno troppo presto
moriranno, con la macchina in mare.

Ed ora io per loro, voglio recitare
un Pater Noster.

*Palindromo: https://it.wikipedia.org/wiki/Palindromo

*Andrea Giramundo, Saint-Rome-de-Tarn 2015

 

*Foto: un’opera di Lucien Freud