Quel culo che al solo passare

Quel culo che al solo passare
tutti gli uomini faceva girare,
sbocciare i fiori
e ridere i bambini;
baciarsi gli innamorati
e abbracciarsi i nemici;
commuovere gli anziani e
sorridere i condannati a morte.
Serafico e zen
la primavera
portava in giro nel mondo.
Si accendevano i lampioni
e zampillavano i nasoni,
si spalancavano le finestre,
e violini e violoncelli
e trombe e tromboni
il pianoforte
e tutte le chitarre e tutti i mandolini
cominciavano a suonare da soli,
per accompagnarlo di degna sinfonia.
In tutta la corte
per tutto il mondo
tutti ne sentirono la leggenda:
una forma perfetta
una pelle come seta
al profumo di bebé.
La spalla più soffice
e la seduta più regale.
Il sole e la luna
la terra e i pianeti tutti
erano invidiosi della sua circonferenza.
Professori ne tennero conferenza
i giornaletti parlarono di tendenza
i televisori di ritorno della dittatura,
certo è che non se ne poteva aver paura.
Era un culo così rosa
ma così rosa e così bello
che per forza era anche buono,
per saperlo veniva da morderlo
quantomeno mordicchiarlo.
Il suicidio più dolce sarebbe stato
quello di soffocarcisi dentro
in fondo alla vista di tutta la vita
quella preziosa figura,
la perfezione della natura:

quel culo che al solo passare
tutti gli uomini faceva girare.

*Mailhac, 02 2020

*IMAGE Internet : “Le eruzioni del Vesuvio”, Gennaro Regina.