“La spettacolare ascesa e l’arrivo in cima alla coalizione della Lega guidata dal nostro alleato e amico Matteo Salvini è una nuova tappa del risveglio dei popoli! Congratulazioni!”. Queste le parole con le quali la leader del Front National, Marine Le Pen, aveva fatto i complimenti a Matteo Salvini, immediatamente dopo il risultato alle elezioni. E che siano state proprio le votazioni in Italia a dare una definitiva scossa al suo partito, se ne ha avuto ulteriore conferma al 16° congresso nazionale del FN, tenutosi a Lille.
Marine Le Pen, riconfermata alla guida del partito, anche perché unica candidata, ha infatti usato toni beffardi nei confronti di Matteo Renzi, «che quattro anni fa sembrava il giovane che avrebbe cambiato l’Italia», paragonandolo ad Emmanuel Macron che spera di cambiare la Francia e l’Europa.
Il problema del Fn, ha poi continuato, è dato dal nome, che per molti francesi, anche in buona fede, rappresenta un blocco psicologico. Un nome che rappresenta il passato : «Front» andava bene negli anni Settanta, «quando il partito lottava contro tutti», ma non adesso che bisogna offrire una proposta politica positiva, non solo contro qualcosa o qualcuno ma «per i francesi». «Rassemblement» contiene l’idea di unione, di raggruppamento che vada al di là del nucleo di partenza.
Ci si evolve quindi, e il movimento, che allontana anche definitivamente grazie al nuovo statuto, l’anziano padre Jean-Marie, fondatore del partito, ha ora un obiettivo chiaro e preciso : combattere Macron e le sue politiche di mondializzazione, causa secondo Marine di questo vuoto intellettuale che sta avvolgendo la Francia e che è lo spazio migliore per l’avanzamento del L’islamizzazione del Paese, oltre che della miseria che si preannuncia.
Ma se nella volontà sembra esserci quindi un’apertura alle destre del Paese, anche quelle meno radicali, non sembra esserci però una coerenza nei fatti : in molti sottolineano come le tematiche e i principi base siano sempre gli stessi, se non addirittura ancor più estremi con una rotta che sembra più tornare verso le origini che andare verso il futuro. L’immigrazione ovviamente fa sempre la parte del leone. Ha fatto anche discutere la presenza al congresso di Steve Bannon, ex consigliere Trump, allontanato del predente americano proprio per le sue posizioni giudicate troppo estreme.
La scelta del cambiamento di nome va ora confermata dai militanti che hanno circa un mese e mezzo per esprimere il loro parere votando per posta.
Se il progetto darà i suoi frutti o meno, sarà da vedere, di certo è evidente la linea europea che sembra sempre più definirsi, con una destra, che vuole lottare apertamente contro la mondializzazione in atto e contro la stessa propria immagine, fin oggi avuta : Marine Le Pen, infatti non esista a contestare anche la politica di questa Europa. Ci si divide quindi in un futuro non troppo lontano in europeisti e antieuropeisti ? con anche le sinistre, quelle non liberali ovviamente, che vanno nella stessa direzione (Melanchon, leader di France Insoumise, ha da tempo manifestato la volontà di unire le sinistre europee in un unica lotta comune, andando a dialogare con quelle più estremiste nei Paesi confinanti); sembrerebbe proprio di sì.
Per molti il paragone tra Renzi e Macron vale solo per i poteri che rappresentano, ma non per le qualità individuali, anche perché da noi non è stato fatto un partito ad hoc per i loro scopi, ma si è usato quello che una volta rappresentava la nostra sinistra; di certo il PD italiano, ora, tra le tante responsabilità a cui sta scappando in questi giorni per un proprio orgoglio personale e volontà d’opposizione, potrebbe aggiungere anche questa nelle vicende francesi, che di certo, se sommate alle nostre, prendono ora una piega ben più importante, anche nelle scelte che si faranno da noi e nel relativo governo che ne nascerà.