Nella notte di sabato scorso un incendio di cui la natura dolosa è ancora da confermare, ma molto probabile, ha colpito, a Cava dei Tirreni, il ‘Bar Rosa’ gestito da 25 anni dalla famiglia di uno dei reporter firmatari dell’inchiesta Bloody Money, relativa allo scandalo e compravendita dei rifiuti in Campania.
È molto probabile la pista della ritorsione nei confronti della testa giornalistica, soprattutto considerando che giovedì scorso un altro incendio, di cui in questo caso è certa la pista dolosa (sono state ritrovate infatti tracce di liquido infiammabile), aveva distrutto il ballatoio dell’appartamento dove vive la famiglia del direttore di Fanpage. Coincidenze ? Per il momento è presto per dare una risposta ma, anche se è vero che a pensar male si fa peccato, è difficile comunque pensare il contrario.
Ma facciamo un passo indietro.
Fanpage.it è la testata che sta svolgendo un’inchiesta relativa al sistema di connivenza affaristico-criminale nella gestione dei rifiuti, a tutti tristemente nota, che ha caratterizzato (e forse ancora caratterizza) la Campania. In particolare aveva destato scalpore il video in cui Roberto De Luca, figlio di Vincenzo De Luca (PD) il governatore della Campania, nel quale un finto imprenditore propone accordi illeciti in riferimento ad appalti per lo smaltimento delle ecoballe, e dove De Luca Junior sembrerebbe voler prendere accordi a nome del padre. A seguito di questa inchiesta, il giovane De Luca (Roberto, perché suo fratello Piero sarebbe accusato di bacarotta fraudolenta per altre vicende) è stato iscritto nel registro degli indagati, insieme a Luciano Passariello, consigliere regionale campano di Fratelli d’Italia, e candidato del centrodestra all’uninominale nel collegio della Camera di Napoli-Ponticelli. Fa sorridere, per modo di dire, il fatto che destra e sinistra, che sembrano lottarsi a spada tratta durante le campagne elettorali, siano poi ben uniti quando coinvolti in vicende di questo tipo, fermo restando che son tutti innocenti fino alla condanna definitiva.
A seguito di quel video, che tanto ha fatto discutere, Vincenzo De Luca, aveva quasi immediatamente rilasciato una dichiarazione tramite un video sulla sua pagina facebook, in cui si accusava la testata di utilizzare metodi squadristi e di stampo camorristico, assicurando che avrebbe fatto ringoiare tutto ai giornalisti e a chi si era prestato a questa inchiesta, e che avrebbe accesso i riflettori sulla testata, volendo scoprire chi fossero queste persone, chi le loro famiglie e chi le pagasse. Per il momento le uniche cose ad essersi accese sono stati i due incendi.
Nella foto: i giornalisti della testata Fanpage.it