Perso, ancora
In fondo alla bottiglia
Di plastica
Le speranze del pirata
Vanno in fumo
Fumata bianca
Che invano si cerca
Di trattenere
Ma dai polmoni esplode
In tutta la sua rabbia
Quel sapore di dolce bruciato
Che solo le guance
Sanno spiegare
Del male di vivere
E di malinconia
Di quel tossico amore
Per la vita
Se solo si sapesse smettere
Allora sarebbe suicidio
Invece del vizioso
In quotidiana lenta morte
Che arriverà quando
Solo lei lo vorrà.
Dopo tante troppe pietre
Lavate d’una pioggia
Purificatrice come ammoniaca
Che pulisce
Definisce e finisce.
Finché anche la luna
Stanca si darà pace
E si addormenterà
Con l’unica risposta
A quelle inestinguibili domande
Il sonno –
E domani sarà di nuovo sole.
*Andrea Giramundo, luglio 2017