La Cina e il suo futuro in verde

plastic_pollution.630x360Da tempo si dice che la Cina sarà una delle più grandi potenze del futuro; ad oggi, che già in fondo una potenza lo è, il futuro della Cina è sicuramente verde, la potenza dei cinesi sta sicuramente anche nella svolta ambientalista che da tempo ne caratterizza le decisioni interne ed internazionali.
Dell’altra settimana la conferma del fatto che la Cina ha deciso di bloccare definitivamente l’importazione di rifiuti, per lo più plastica, cosa che fino ad oggi ha fatto la salvezza del benessere europeo. Per chi volesse avere un’idea di quanto grande sia il fenomeno, consiglio di guardare il documentario Plastic China.
E se per l’Europa la notizia è tragica (Europa che meno di molti sembra, nonostante le belle parole, essere rivolta all’ambiente ed a un futuro verde), per la Cina è l’ennesima decisione saggia rivolta ad un futuro in cui l’inquinamento e non solo i rifiuti saranno uno dei problemi più gravi con cui gli stati di tutto il mondo dovranno imparare a convivere.
Pechino prevede di aggiungere circa 66.700 ettari di foreste, aree verdi e zone umide entro il 2022. Il piano che si svilupperà su 5 anni, mirato ad aumentare la copertura delle foreste, degli alberi della città oltre il 45%, è stato annunciato mercoledì scorso nella prima sessione del 15° Congresso municipale del Popolo di Pechino.
Nel 2018 saranno piantati in totale oltre 15mila ettari di alberi, con fondi governativi pari a 1,65 miliardi.
Certo, la Cina ha una delle situazione per inquinamento ad oggi più critiche del mondo intero, ma è comunque un buon segno che qualcosa al riguardo si cerchi realmente di fare.
Da noi in Italia, l’ambiente e il verde, sembrano solo una scusa per una bella raccolta fondi; solo il Movimento 5 stelle sembra essere la forza politica che guardando al futuro comincia già a pensare ad un presente più verde: il 19 novembre scorso, in occasione della giornata nazione dell’albero (alberi che rappresenterebbero una delle 5 stelle del movimento), 21.408 alberi sono stati piantati in 41 comuni d’Italia. Certo è che, con Spelacchio, il movimento abbia poi perso parecchi punti nei confronti degli alberi.
Non è mai troppo tardi per capire, anche in Italia (nonostante in piena campagna elettorale nessuno sembri realmente volersene occupare), che se davvero al futuro si vuole guardare, non lo si può fare a prescindere dall’Ambiente, che deve essere non solo guardato ma tutelato e salvaguardato, come e molto più dell’oro, già da oggi, deve diventare uno dei temi fondamentali del nostro presente.

*FONTE: Gli Italiani – Quotidiano (30.01.2018)