La donna che suona il violoncello
si stacca dal gruppo
punto di luce nel cono d’ombra.
L’eleganza della disciplina
è il mogano del suo strumento
tra le gambe svelate dalla veste bianca; il suo sesso,
celato dietro le corde che vibrano
nel fremere dell’artista,
è l’equilibrio della violinista.
Il fiore tra i suoi capelli
le sue note tra le altre,
la ragazza che sfiora il violoncello
e io sento forte forte tirare
l’ orecchio, attirato dalla melodia della sirena.
Poggiato in terra sul puntale,
sale compatto lo stradivari:
l’abbraccia caldamente
lei sa come farlo suonare;
Con saldo tra le mani l’arco
o con le dita ad imitare l’arpa,
ma sempre burlandosi dell’eternità.
*Andrea Giramundo, Concèze 2016