La Germania propone una via di uscita dall’Euro.

MerkelQuando in Italia qualcuno anche solo accenna alla possibilità di un referendum per l’uscita o meno dalla moneta unica, il popolo del pensiero unico si scatena immediato con quella parola che è diventata l’insulto peggiore alla democrazia : populista (che poi non si capisce perché abbia assunto un’accezione negativa). Ora però a pensarci è la grande Germania, padrona e simbolo di questa Europa, e le cose cambiano.
Alcuni giorni fa infatti, un gruppo di influenti economisti tedeschi ha chiaramente sollevato la questione della necessità da parte della legislazione comunitaria di prevedere una procedura di uscita dall’Eurozona, sulla falsariga dell’Articolo 50 del Trattato di Lisbona recentemente invocato dal Regno Unito.
Tutti quei discorsi quindi, tanto usati da noi, tra gli altri Paesi europei, di irrevocabilità dell’Euro, dell’irreversibilità del processo di integrazione ed altri sinonimi altisonanti invocati a fasi alterne dall’euro-burocrazia, cadono quando sono i tedeschi a volere una via di uscita chiara dall’Euro.
Probabilmente frutto dell’esempio Inglese, la Germania fa notare che qualora una nazione voglia uscire dalla moneta unica debba farlo passando dall’articolo 50, che però richiederebbe anche l’uscita tout court dall’Unione Europea e dal mercato unico e ciò nel caso specifico comporterebbe una grave perdita.
Ciò nasce dal fatto che si comincia a parlare di divisione dei rischi a livello europeo, e una riforma dell’Eurozona anche solo debolmente risk-shared che aumentasse i trasferimenti di risorse verso i Paesi periferici vorrebbe dire rinunciare al loro comodo status quo attuale.
Qualora quindi, in disaccordo con la riforma, la Germania decidesse di tornare al marco, perderebbe i 900 miliardi di credito potenziale (target2) che vanta rispetto alla comunità.
In parole povere, qualora la Germania veda cambiare la situazione attuale, in cui è la padrona d’Europa, dove tutti gli altri Paesi invece, chi più chi meno, lavorano per pagare i debiti che di anno in anno si creano con la stessa, magari andando verso una vera unione europea dei Paesi dove non sia più la logica del debito a far da padrona, ma quella di una vera unione dei popoli, beh, allora, la Germania molto probabilmente potrebbe decidere di andarsene ; ma senza essersi ben assicurata prima di non perdere i crediti che vanta verso l’Europa.
Certo, in Italia la situazione è differente, anzi opposta, nel senso che noi non vantiamo 900 miliardi di credito, ma abbiamo 442 miliardi di debito ; ma chissà che ora si cominci a vedere su cosa sia realmente basata e per quali fini questa « unione » sia nata, per la quale ogni Stato, tranne forse solo la Germania e l’Olanda, deve rimboccarsi le maniche ogni anno e di più per ripagare debiti che sono insiti alla logica della moneta unica, in quanto più nessuno Stato ha sovranità monetaria.
Qualcuno fa notare che fa piacere che la Merkel e i suoi economisti facciano tanto attenzione ai loro crediti moderni, ma sarebbe anche bene che si ricordassero dei debiti di una seconda guerra mondiale che in fin dei conti, tolte tante belle giornate della memoria, non sono mai stati pagati…

*FONTE: Gli Italiani – Quotidiano (12.04.2018)