La sindrome di Peter Pan (a Gianni Rodari)

 

La sindrome di Peter Pan
è il suo esatto contrario
siamo tutti bimbi sperduti
deportati dall’Isola che non c’è.

Capitan Uncino è il presidente
di una nazione di filibustieri
e noi bambini schiavi forzati
viviamo di lavoro, ipnotizzati.

Gli siamo tutti grati perché ci lascia
godere dei frutti del mondo ma solo
dopo averli meritati, i nostri frutti di
una volta dimenticati, rubati per sempre.

La bocca si riempie di belle parole
da tanto di quel tempo che oramai
abbiamo scordato l’Isola e a questa
enorme fabbrica guardiamo tutti debitori.

Non resta che sperare in una fatina ?
Del resto pare che perfino le streghe
al Capitan Uncino si siano aggregate
e i loro stessi figli abbiano tradito.

I più pericolosi poi sono quelli tra noi
che credono d’esser figli del Capitano
e contro di noi, che ancora invano
gli parliamo, usano violenza.

Il coccodrillo anche lui è messo a tacere
annichilito come la Natura tutta: nessuno
sembra poterci mai liberare, un giorno, da
tutto questo. Ma noi rimaniamo bambini

e alla Rivoluzione continuiamo a giocare!

 a Gianni Rodari,
nel giorno del suo 101esimo compleanno