Natalie Portman boicotta Israele.

Natalie_Portman_CannesNatalie Portman, il cui vero nome ebraico è Natalie Hershlag, è un’attrice, regista e produttrice cinematografica israeliana naturalizzata statunitense.
Diventata famosa al grande pubblico a soli 13 anni, grazie al film Leon di Luc Besson, dove interpreta il ruolo della protagonista ragazzina, recita poi in qualche altro film negli anni novanta. Prende poi una pausa di tre anni, che pausa poi non sarà, per studiare Teatro e nel 1998 lavora allo spettacolo teatrale The Diary of the Anne Frank, che le farà guadagnare una candidatura ai Tony Awards; conclusa la scuola di teatro di iscrive all’Università di Harvard per studiare psicologia e ottenere la laurea.
interpreta la regina Padmé Amidala nella trilogia prequel della saga di Star Wars, grazie al quale ruolo nel 2005 vince il Golden Globe per la migliore attrice non protagonista; Il film Eve, suo debutto come regista, ha aperto il concorso dei cortometraggi alla 65ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Nel 2011, per la sua interpretazione nell’acclamato film Il cigno nero, si è aggiudicata il suo secondo Golden Globe, uno Screen Actors Guild Award, un Premio BAFTA e il Premio Oscar nella sezione miglior attrice protagonista.
Insomma Natalie Portman è un’attrice di successo, regista, donna di pensiero che ha cercato di unire la sua passione per il cinema e il suo lavoro con una partecipazione attiva alla vita sociale e politica: accanita sostenitrice dei diritti degli animali, è vegetariana sin dall’infanzia; sempre dall’infanzia è anche un’accanita ambientalista, entrò giovanissima nella “World Patrol Kids”, una compagnia teatrale composta da ambientalisti; è anche membro del movimento OneVoice.
Ora fa discutere, e sopratutto infuriare Israele per la sua scelta di non presentarsi a giugno alla cerimonia per il premio Genesis (definito da qualcuno il Nobel ebraico) a causa dei recenti fatti che hanno coinvolto il suo Paese d’origine Israele appunto, sopratutto nei confronti del popolo palestinese.
L’attrice ha infatti fatto sapere che non si sente a suo agio a partecipare ad alcun vento pubblico in Israele” e che per questo “non può in tutta coscienza andare avanti con la cerimonia”.
Immediate le reazioni di Israele, che mentre per fatti come il video dove alcuni Israeliani divertiti guardavano come al cinema l’esecuzione di un palestinese disarmato, non ha atteso a dirsi scandalizzata dalla scelta dell’attrice non riconoscente verso le sue origini. Un membro dell’estrema destra Israeliana ha anche proposto che le venga tolta la cittadinanza.
Gli organizzatori del premio hanno invece comunicato “di temere che la decisione di Portman causerà alla nostra iniziativa filantropica una politicizzazione per evitare la quale abbiamo lavorato duramente negli ultimi cinque anni”.
Di certo la politica di Israele è indifendibile; sarebbe bene che, come per il caso di Asia Argento, dove alcuni fatti sono diventati uno scandalo mondiale grazie alla partecipazione di molti colleghi e personaggi di rilievo pubblico, anche in questo caso, e ancor di più forse vista l’immagine di emancipazione che questa bella e brava attrice e regista, che questa donna da di sé e della categoria; fosse anche solo per cercare di fermare, se non almeno moderare piuttosto che limitarsi solo a constatarla, questa politica di Israele che, sionista, crea da tempo problemi e scontri nel mondo intero, oltre che nell’immediato al popolo palestinese.

*FONTE: Gli Italiani – Quotidiano (23/04/2018)