Netanyahu continua la sua narrazione e accusa Iran di aver mentito sul programma nucleare.

Israele iran tensione libia guerra“L’Iran ha mentito.” Così si apre la conferenza stampa preparata ad hoc da Benjiamin Netanyahu. Dietro lui, sopra un maxi schermo, delle foto sfilano: un piano del quartiere di Shorabad, nel sud di Tehran; la facciata d’un magazzino “all’apparenza innocente”, e poi una vista dell’interno che rinchiude delle file di armadi azzurrognoli che contengono “gli archivi atomici segreti del regime.” “Qualche settimana fa, grazie ad una prodezza dei nostri servizi di informazioni, Israele si è impossessato di una mezzo-tonnellata di documenti stoccati dietro questi muri”, continua poi la narrazione del primo ministro mentre afferra l’angolo d’un lenzuolo nero per scoprire una mensola carica di raccoglitori così come un mobile riempito di CD-ROM, ovvero tutto i materiale raccolto: 55 000 pagine e 55 0000 documenti stoccati su 183 CD.
Continua la tradizione del racconto, in cui Benjiamin Netanyahu è uno dei migliori: la raffigurazione d’un Paese, Israele, in trincea da sempre, contro tutti i nemici che vogliono il suo male; adesso costretto ancora a difendersi contro l’ennesimo nemico pericolosissimo: l’Iran, che avrebbe in mente una nuova Shoah nucleare, e dalla quale solo lui può salvare il suo popolo, e il mondo intero.
Sempre secondo la narrazione del primo cittadino israeliano, l’Iran avrebbe un programma segreto, chiamato Amad, per la creazione di cinque bombe atomiche “equivalenti a quella di Hiroshima”.
Seppur oramai ridicola questa tecnica del terrore, del creare un mostro da combattere tutti uniti per difendere il bene sulla terra, della minaccia delle armi chimiche ancora usata per legittimare l’attacco ad Assad, sembrerebbe però che la tattica preferita d’Israele e Usa continui a perdurare.
L’attacco mediatico a Iran non è per niente nuovo, e viene commentato quasi con leggerezza oramai dal ministro degli Esteri iraniano, Mohamed Javad Zarif, che relega il premier israeliano ad “imbarazzante imbroglione” che grida «al lupo al lupo nonostante il fiasco dei fumetti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite», episodio avvenuto nel lontano 2012.
E poco sembra importare che Netanyahu non abbia avuto il supporto degli esperti dell’Aiea, l’agenzia Onu per il nucleare. L’importante è che, dopo Trump, a difendere a spada tratta la validità di quella “pistola”, sia accorso il neo segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. I documenti sul presunto programma nucleare “segreto” iraniano di cui ha parlato il premier israeliano sarebbero quindi “reali e autentici”, secondo le affermazioni dell’ex direttore della Cia.
In realtà è abbastanza evidente a tutti che queste accuse, che nascono oramai quasi una ventina di anni fa, verso Iran (che insieme a Korea del nord, Venezuela e Siria, almeno quello che ne resta, rappresenta uno degli ultimi Paesi da colonizzare tramite il solito sistema della guerra di pace per salvare il mondo dal male), non sono altro che il solito pretesto per attaccare un paese che diventa per qualche ragione scomodo se non solamente ‘appetitoso’. In particolare sarebbe proprio la situazione in Siria, in cui da qualche tempo anche Iran ha deciso di partecipare, a dare molto fastidio a Israele che non ha usato mezzi termini per scoraggiarne qualsiasi ulteriore avanzata. Non ci resta che rimanere a guardare come evolverà il film, consci che tanto mai l’Europa ne arriverà a contraddire fino in fondo la trama, sopratutto con il Regno Unito che già non ha esitato un secondo a parteciparvi..

*FONTE: Gli Italiani – Quotidiano (02.05.2018)