La moglie del pescatore
vestita del funebre colore
dall’alba era al porto,
per accogliere la bara
di suo marito morto.
Morto inutilmente.
Come se potesse esserci morte differente…
Come mosche,
lei cercava di scacciare
dalla mente le ultime parole
gli ultimi gesti
e quello sguardo:
come se lo sentisse, sapesse
quando le disse: Oggi l’aria è strana…
con indifferenza, rivolto all’orizzonte.
La balena bianca
questa volta ha trionfato.
Con un colpo di coda
la chiglia distrutta, il veliero che imbarca
e tutti gli uomini in acqua.
Chi è morto sul colpo, chi affogato,
pochi sulle scialuppe. Lui,
per salvare il cane dell’equipaggio,
s’è rituffato in quella bruma marea nera,
dove le onde regnavano sovrane;
con un colpo di reni l’animale in salvo
prima di sparire per sempre, sul fondo,
nel più profondo cimitero del mondo:
quello delle balene, e delle sirene.
E da quell’alba la vedova odiava
quel cane e quel mare,
quell’uomo,
ché l’aveva abbondanata
senza più qualcuno d’amare.
Quell’uomo che per tutti
ora, era un eroe.
Mailhac 01 2020