PD E BANCHE: Una registrazione inguaia ancora una volta Matteo Renzi

de-benedetti-renziProprio nel momento in cui tutte le energie del PD sembrano essere rivolte a mostrare di non aver legami con le banche, ecco l’ennesima notizia che ne smaschera le bugie.
Nel fascicolo che la procura di Roma ha dato alla Commissione parlamentare banche è contenuta una registrazione in cui De Benedetti parla al telefono con Gianluca Bolengo, suo referente nella società Intermonte Sim spa che si occupa dei suoi investimenti.
Nella registrazione De Benedetti racconta al proprio broker di come sia sicuro, grazie alla rassicurazione di Matteo Renzi che avrebbe avuto personalmente, che passi il decreto sulle popolari. Con questa rassicurazione l’ingegnere, patron tra le altre cose del quotidiano Repubblica (da qui si potrebbe capire la difesa a spada tratta del suo giornale per il gruppo del giglio fiorentino), avrebbe fatto un investimento di 5 milioni di euro con Romed, guadagnando così 600 mila euro.
Era il 16 gennaio 2015 quando ci fu questa telefonata ; quattro giorni dopo la riforma passò come preventivato e varie persone guadagnarono molto da questo tipo di operazioni.
Il 13 febbraio il presidente Giuseppe Vegas viene ascoltato in Parlamento e spiega come la Consob «ha rilevato la presenza di alcuni intermediari con un’operatività potenzialmente anomala» con acquisti prima del 16 gennaio, cioè prima che si sapesse «dell’intenzione del governo di adottare il provvedimento».
Gli atti Consob vengono trasmessi alla Procura di Roma che iscrive nel registro degli indagati Bolengo e nel maggio successivo interroga lo stesso De Benedetti e Renzi come persone informate dei fatti. Confermano di aver avuto contatti in quei giorni, ma negano lo scambio di informazioni privilegiate. In particolare Renzi assicura che «alla riforma delle banche si dedicarono cenni del tutto generici e non fu riferito a De Benedetti nulla di specifico su tempi e strumento giuridico»
Peccato che come spesso, se non sempre, i fatti smentiscano il giovane Matteo, mostrando ancora il forte legame che ci sarebbe tra il suo gruppo e le banche, e questo senza neanche più pensare alla bella ministra Boschi (ministro che, tra le altre cose, oltre a non ritirarsi da sola come promesso ai tempi, o come sarebbe consono a qualcuno nella sua situazione quantomeno ambigua, sarà candidata ancora e in più seggi, così come annunciato da Renzi ospite l’altro giorno dalla Gruber).
E se fa discutere in questi giorni la candidatura del giornalista Paragone con i 5 stelle, giornalista simbolo in questi ultimi tempi della lotta ai vari inciuci bancari di questi anni, di certo, nel votare a marzo, gli italiani sapranno, grazie a varie prove inconfutabili, quale sia invece il rapporto di questo PD targato Leopolda con le banche, e scegliere con cognizione di causa. Staremo a vedere.

*FONTE: Gli Italiani – Quotidiano (10.01.2018)