L’ultima volta che Picasso era stato in Italia, prevalentemente a Roma e a Napoli, era il 1917, all’età di 36 anni.
Ora, dopo cento anni, le Scuderie del Quirinale a Roma, lo ospitano ancora. Con una mostra che rappresenta il culmine delle celebrazioni dedicate al geniale autore nel centenario del suo viaggio nel nostro bel Paese, fatto ai tempi con l’amico Jean Cocteau.
Una mostra che è per se stessa un viaggio, viaggio attraverso più di cento opere dell’artista, tra tele, gouaches, fotografie, disegni, lettere autografate e documenti vari, che seguono il percorso tracciato da Picasso, dal realismo all’astrazione.
Tra questi: Il ritratto di Olga in poltrona (1917), che ritrae la ballerina russa conosciuta proprio a Roma durante quel viaggio; Arlecchino (1917); La corsa (1922); Il flauto di Pan (1923); Alrlecchino con specchio (1923); e altre stupende tele.
L’esposizione mette l’accento sul metodo del Pastiche, analizzando le modalità tramite le quali Picasso se ne servì come strumento per il modernismo, con stili e generi diversi, dalla natura morta al ritratto.
La mostra vuole sopratutto documentare l’impatto del soggiorno in Italia e le influenze subite, visibili nell’arte dell’eclettico autore spagnolo.
Alle opere romane e ai ritratti sono dedicate le prime due sale dell’esposizione.
La sala 6 è dedicata alla ragione di quel viaggio fatto da Picasso e Cocteau nel 1917: la produzione di Parade, un balletto che doveva essere messo in scena dai Ballets Russes; ma è a Palazzo Barberini che è possibile vedere l’immensa tela lunga 17 metri e alta 11, dipinta dall’artista come sipario per il balletto ideato da Cocteau.
Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915 – 1925 è il nome della mostra, che è aperta al pubblico dal 22 settembre, e che sarà possibile visitare fino il 21 gennaio 2018, presso Le Scuderie del Quirinale a Roma.