Lunedì 23 ottobre, il sindaco di Roma ha accolto in Campidoglio l’International Advisory Board, per il piano della città Rifiuti Zero.
Un gruppo di esperti, rappresentato dalla rete internazionale Zero Waste, che sarà coordinato da Paul Connet, professore emerito di chimica presso la Saint Lawrence University di New York, avrà il compito di accompagnare la capitale nell’applicazione dei passi necessari a tal piano. Il piano Zero Rifiuti, che parte sopratutto dalla gestione dei materiali post-consumo, prevede il raggiungimento del 70% di raccolta differenziata entro il 2021.
È una sfida certo impegnativa, quella che si propone Roma, ma non impossibile.
Il problema romano dei rifiuti, che tanto ha fatto parlare quest’estate e sopratutto quei giornali di chi non aveva altro interesse che demonizzare il lavoro del neo-eletto sindaco, come se fino ieri la capitale fosse stata la Svizzera, è un problema sotto gli occhi e il naso di tutti.
Per un sindaco che sin da subito ha attaccato i poteri forti, cominciando a smantellare quel “sistema” che si è creato nel passato e che ha portato oggi la città a questa situazione, era evidente che il cammino non sarebbe stato in discesa. E con una regione targata PD che non ha certo facilitato il compito (per questo viene da augurarsi che alle prossime elezioni regionali, le scelte degli elettori laziali vadano nella stessa direzione di quelli romani, fosse anche solo per permettere di svolgere il lavoro di ripristino intrapreso dalla Raggi, senza le solite e sempre più eclatanti ritorsioni politiche che vanno a tutto danno dei cittadini).
Avendo poi dato una forte scossa alle varie classi dirigenti dei soggetti interessati dal problema, che fino a ieri hanno gestito in malo modo le cose, è stato chiaro sin da subito che oltre la solita campagna di fango dei giornali, anche per le strade i rifiuti non si sarebbero fatti attendere.
E, se i problemi del passato romano sembrano ora in via di risoluzione, dagli uomini neri della destra, alle famiglie zingare che tanti voti sembrano aver portato al PD (qualsiasi romano sa della capillarità, in ogni frangia e settore perfino pubblico, nella città, di queste famiglie), resta ora, intrapreso questo cammino, il compito non da poco di educare i romani.
Perché, se è vero che il problema di Roma, sono state le passate male-gestioni, è altrettanto vero che uno dei problemi più grandi della città, siano da sempre i romani stessi, e la loro mancanza di educazione civica.
Sempre si fa il paragone tra Roma e Milano; ma se è vero che la giunta Sala non sembri in grado di affrontare in maniera adeguata i problemi di inquinamento della città meneghina, non meglio della giunta romana quantomeno, sono forse i cittadini delle due città a fare le differenza.
Speriamo ora che, con un onesto, e capace si spera finalmente, piano verso il miglioramento delle cose, in una città in cui come ha evidenziato il Corriere della Sera, in un articolo di qualche giorno fa, vengono rubati dalle strade ogni anno 300 nasoni(le tipiche fontanelle romane), anche i cittadini capiscano che ognuno deve dare il suo contributo a questo cambiamento, cominciando magari a buttare la spazzatura negli appositi spazi e non di fianco in terra, facendo lo sforzo di chiamare chi di dovere per il loro ritiro, e imparare a fare la raccolta differenziata, se non adidrituttra imparare a produrne meno di rifiuti.