« Il circolo del Partito Democratico di Bagheria apprende solo dalla stampa che lunedì 12 si svolgerà in Città, in una gelateria, la presentazione dei candidati del partito alle elezioni politiche.
Per quanto possa sembrare paradossale tale notizia è veritiera e del resto si inserisce perfettamente nella cornice con cui tali candidature sono state selezionate, ovvero senza la minima consultazione e ignorando Bagheria e tutto il comprensorio.
Per tanto, stando così le cose, il circolo esprime in pieno il suo disappunto e disimpegno da questo evento. »
Questo il post pubblicato sull’account ufficiale dei dem di Bagheria, uno dei centri nevralgici più importanti in provincia di Palermo, con cui il circolo si dissocia ufficialmente dalla presentazione di Davide Faraone, uomo di Matteo Renzi.
Non è chiaro, né del resto direttamente esplicitato, se il post, nel parlare di « cornice » con cui le candidature siano state effettuate in Sicilia, faccia riferimento alla scelta di candidare Maria Elena Boschi ; di certo la scelta del sottosegretario renziano, Davide Faraone, non ha fatto piacere agli esponenti del PD locale, che da tempo sono impegnati sul territorio, e che non sarebbero nemmeno stati avvisati per tempo dell’iniziativa.
Che il PD, nella direzione di Renzi, abbia dimostrato come una volontà di favorire i propri avversari, era voce che girava già in occasione delle elezioni regionali, quando la decisione di allearsi con Alfano aveva fatto storcere il naso a parecchi membri attivi del partito in Sicilia.
E se dopo le elezioni regionali, quando già alcuni politici stanno dando la propria disponibilità a collaborare con Musumeci, si guarda a quelle nazionali, le cose non sembrano cambiare.
I favoriti, adepti per qualcuno, di Matteo Renzi, hanno da sempre il potere di far spaccare il proprio partito qualora le cose non fossero come loro volontà, e questa pratica sempre destinata a perdurare.
Di sicuro a decisione di scegliere un bar per presentare gli aspiranti parlamentari ha allargato ulteriormente la spaccatura all’interno dei dem in Sicilia.
In Sicilia, dove Maria Elena Boschi è stata imposta come capolista in tre collegi, oltre che a Bolzano di cui si è tanto parlato, (la ministra che si è sempre difesa riguardo le sue ingerenze in campo bancario parlando di normali azioni nell’interesse del suo territorio, Arezzo), ancora una volta il partito sembra diviso in due : composto da chi vorrebbe magari vincere le elezioni e fare bene, e un’altra parte da chi sembra voler fare solo ciò che vuole Matteo Renzi, di cui però a volte sembrano incomprensibili le decisioni. Chi vincerà alle elezioni, se mai qualcuno del PD ancora potrà portare a casa qualche collegio, lo staremo a vedere il 4 marzo.