Come farà quell’altare di questa patria
a resistere sempre bianco immacolato
nell’infinito risorgimento di un continuo
Campidoglio, casa d’inquilini sempre
uguali a loro stessi. E mentre in basso
sul viale, le statue salmastre guardano
la gente passare, celano un sorriso
dietro a chiuse facce di bronzo, per
la di loro attenzione a quelle vane
pietre, simbolo di antiche civiltà,
dimenticandone così la caducità:
decadenza e mortalità – futilità?
Ché altro non sono, quelle pietre,
esempio vivente di questo assurdo
stratagemma dell’Uomo: la Storia.
Pietre, che al contatto con il sole
d’oggi, non liberano che lieve vapore
dalle piogge di ieri: ricordano quasi
una vaga polvere nostalgica.
Ma tranquilli comunque i grifoni
continueranno a custodire il tesoro
di Dio, fintanto che Ercole e Apollo
come uomini comuni si contenderanno
il possesso del santuario di Delfi;
mentre la penna ne disegnerà la realtà,
solitaria, al foro di Traiano.
*Roma, Gennaio 2021