VENDEMMIA A POMMARD – Poesia

I vari marroni dei tetti che ne fanno l’epicentro
son tutt’attorno al campanile, che scandisce il tempo.
La vita d’un paese dedicata ai vigneti
quella d’un popolo al vino,
dove Dio è presente
ma non quello “Trino”.
Circondata da tutti i verdi della lista
qualche auto scappa via,
dove i sentieri si nascondono alla vista
in questa realtà che è magia.
Camminando e guardando lontano
si è stranieri a casa della natura:
compare raro qualche formicaio umano,
interrompe il campo come macchia scura.
Nel sole passa veloce il ciclista,
mi lancia un sorriso ottimista:
unico riflesso dell’umanità,
dove tutto, le mie scarpe o l’intera civiltà,
mi sembran solo un’eco di pusillanimità.
Scrivere ciò in poesia
vien facile come farne fotografia.
Forse in un eccesso di sana pazzia,
il mondo lontano mi fa pena:
ordine, progresso e polizia
solo comparse che han rubato la scena.
In questa teatro, la Vita
vera protagonista,
compare ovunque alla vista,
e la sua linfa mi scorre tra le dita.
A Pommard l’uomo è ingranaggio della natura:
ci collabora con rispetto
e non la distrugge per paura.
Alzo la testa,
guardo questo e guardo quello:
non ho più parole nella cesta,
ma tutto, tutto è molto bello.

*Andrea Giramundo, Pommard 2014

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*Foto: Pommard