SELFIE IN VERSI

Nell’era del Consumismo
che per esistere inculca individualismo,
al momento
del suo apice raggiunto,
inizio della discesa,
da poco nato un fenomeno di rapida ascesa:
– indice della continua decadenza,
un’usanza che dell’uomo mostra ulteriore la deficienza –
i telefoni intelligenti per persone deficienti.
Ho deciso di parlarvi in versi,
di questa cosa che si chiama Selfie.
Per eliminare sempre più l’interiorità
in tutte le comunità, è l’usanza
di farsi foto da soli, non per arte o ricordo,
ma per il bisogno, certo distorto,
di dire agli altri: l’ho fatto anche io.
Prendendosi da sempre per Dio,
l’uomo si crede il centro dell’Universo:
un manifestare perverso
che si viva la ‘realtà che conta’,
dando in risposta al poeta: apparenza
e non essenza.
Uniti insieme edonismo ed insicurezza,
mostrano solo un’evidente certezza:
quella d’un uomo – questo tipo di Uomo
che in eterna competizione e confronto
non si accorge nemmeno più di quanto sia tonto.
Gente che fotografa fiera
il di lei abbigliamento,
o il piatto che sta per mangiare,
pensa solo agli altri il se stesso mostrare:
non si gode più il momento mentre tace,
pensa solo ad ottener più ‘mi piace’.
Esistenza che non sussiste
perché priva di sostanza,
vive oggi di presunta importanza.
Senza voler essere l’oracolo di Delfi,
veramente vi dico:
state attenti alla Selfie!

*Andrea Giramundo, Brest 2015

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